sabato 11 giugno 2011

REFERENDUM 12 E 13 GIUGNO 2011: INTERVENTO SUL LEGITTIMO IMPEDIMENTO DEL CONSILIERE MARIA LUCIA COLI'

E' il momento della democrazia, quella vera e priva di compromessi. Il 12 e 13 giugno

, tutti noi saremo chiamati a esprimerci su un Referendum che chiederà ai cittadini di esprimersi sul nucleare, sulla gestione privata dei servizi idrici e sul legittimo impedimento. Mai, e ribadisco mai, un momento così importante può essere dichiarato inutile, come vuo

l far credere il Presidente del Consigli, perché è, ed è sempre stato, un grande momento di democrazia: penso ai tanti diritti civili conquistati con il mezzo referendario, alla storia dei grandi referendum che hanno traghettato il Paese verso quello che sarebbe stato il nuovo corso laico della sua democrazia: penso al divorzio e all’aborto, al primo voto sul nucleare. Quindi, rivolgo un appello ai cittadini per andare a votare: è importante manifestare attraverso il voto le proprie convinzioni personali.

Tra i quesiti referendari vi è quello sul legittimo impedimento: forse il più tecnico e più ostico ma che racchiude in sé un grande principio di civiltà quello previsto dall’art. 3 della nostra Costituzione che sancisce la eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. La democrazia è basata sull’uguaglianza dei cittadini, un principio che oggi è insidiato

dal privilegio di pochi, ricchi e potenti, a scapito della maggioranza dei cittadini.

Passiamo ad analizzare il legittimo impedimento Che cos’è il legittimo impedimento?

Ogni cittadino ha diritto di difendersi nel processo, non dal processo come in Italia avviene per i ricchi e potenti. Per cui, come a scuola in caso di assenza bisogna giustificarla, anche nel processo, quando si è impossibilitati o impediti a comparire in udienza, bisogna dare una giustificazione, cioè fare presente ai giudici l’impedimento per il quale non si è potuti comparire in udienza.

Gli impedimenti più noti sono quelli derivanti dalla malattia (se una persona è ricoverata in ospedale, è evidente che non può comparire in udienza), ma non solo!

Sino alla data dell’entrata in vigore della legge che si deve abrogare votando sì, la legittimità o meno di un impedimento a comparire in udienza, era valutata dal giudice procedente, ma ciò evidentemente a Berlusconi non bastava perché, a volte, i giudici dei suoi processi quando valutavano che l’evento impeditivo era stato artatamente costruito in occasione delle udienze (ricordo un viaggio in Russia, come Presidente del Consiglio per un evento la cui inutilità era palese)i giudici rigettavano la richiesta di rinviare l’udienza e procedevano nel considerare ingiustificata l’assenza dell’imputato

Berlusconi. Da qui è nata l’esigenza, solo di Berlusconi, di togliere ai giudici la possibilità di valutare l’impedimento. Dopo i tentativi del Lodo Schifani prima e poi con quello Alfano(per le quali, com’è noto, è stata impropriamente messa in campo la denominazione di “lodi”), entrambi bocciati dalla Corte Costituzionale, (evidentemente costituita tutta da giudici comunisti!!!!) al ministro Alfano è nata l’idea di modificare solo per Berlusconi le norme del processo penale relative al legittimo impedimento.

Che cosa è riuscito a concepire? La sospensione per legge di tutti i processi che riguardano le più alte cariche dello Stato ed i ministri ma, di fatto, riguardano solo Berlusconi e la sua cricca.

E’ necessario premettere che una norma di tale portata, non era stata lontanamente prevista dai nostri Padri Costituenti perché, evidentemente, per loro era impensabile che una alta carica dello Stato o più semplicemente un ministro, potesse ricoprire quel ruolo avendo problemi con la giustizia.

Non voglio entrare nel merito dei processi di Berlusconi o dei suoi ministri, dai quali potrà anche uscire assolto (ma sarà difficile) ma intendo dire, che i nostri Padri costituenti ritenevano che la condotta di chi assume una Alta carica dello Stato deve essere sempre trasparente e priva di ombre.

Dicevo che la sospensione dei processi per le più Alte Cariche dello Stato era stata già rifiutata dal nostro Presidente della Repubblica e dal Presidente Fini; chi invece l’ha sostenuta, a parte il presidente del Senato per ovvie ragioni di sudditanza, sono stati i ministri o vassalli e i deputati da Berlusconi stesso nominati; evidentemente l’approvazione di questa legge era la condizione per assicurarsi una nuova nomina a deputati.

Basti pensare che la prima applicazione della legge è stata nel processo Brancher, che era stato nominato ministro dal Presidente del Consiglio proprio per poter fruire dei privilegi di questa legge: la pressione popolare e mediatica lo ha costretto a dimettersi dopo pochi giorni per farsi regolarmente

processare e condannare.

Chiariti questi aspetti tecnici, il quesito referendario che troverete sulla scheda di colore verde, al di là di come è riportato, lo possiamo riassumere in queste parole: volete voi che anche i ricchi e i potenti siano uguali dinanzi alla legge? La mia risposta è sì. Volete voi che anche Silvio Berlusconi e la sua cricca possano essere processati, come tutti i cittadini? Anche a questa domanda la mia risposta è sì. Perciò io domenica mattina voterò sì e vi

invito a fare altrettanto perché è in gioco uno dei principi fondamentali della nostra Costituzione.

Nell’inquadrare il quesito sul legittimo impedimento nel più ampio insieme dei quesiti posti agli elettori si vede, nella consultazione, un’opportunità di valutazione e di confronto e, ancor più in generale, sul modo di concepire la politica – come più o meno distante dall’idea(le) del perseguimento del “bene comune” – ed, in ultima analisi, lo stesso ideale democratico, nel nostro Paese.

Senza leggi uguali per tutti – pensiamo ai privilegi, alle leggi ad personam di recente approvazione, - la società si divide in caste e la vita collettiva diventa dominio delle oligarchie.

Voglio chiudere questo mio interven

to leggendovi un passo di Norberto Bobbio comparso nel 1958 sulla rivista Risorgimento in occasione del primo decennale della Costituzione e che mi sembra quanto mai attuale. “Dietro la libertà politica c’è l’idea della fondamentale eguaglianza degli uomini di fronte al potere politico. In democrazia non vi sono governanti e governati per destinazione, potenti incontrollati e servi rassegnati, classi inferiori e classi superiori, ma tutti possono essere governanti o governati e gli uni e gli altri si avvicendano secondo gli eventi gli interessi e le ideologie”.

L’uguaglianza, quindi, è una condizione onnipervasiva della democrazia. Senza uguaglianza di mezzi materiali e intellettuali, la libertà cambia natura e la democrazia si trasforma in maschera dell’oli

garchia, cioè regime del privilegio di pochi, a danno dei molti. Mai come in questo momento della vita della nostra società constatiamo tanta iniquità nella distribuzione dei beni materiali delle conoscenze e delle risorse intellettuali. La democrazia non è un dato di fatto un “cammino fatale”, che si possa percorrere con facile fiducia, i diritti non si conquistano una volta per sempre. Noi dobbiamo essere sempre in allarme e vigilare affinché qualcuno non voglia privarci dei nostri diritti per il propri

o esclusivo vantaggio. Per la democrazia, che è il regime di tutti, occorre una virtù particolare fatta di serietà e sobrietà negli stili di vita, di stima reciproca, di spirito di uguaglianza, di rifiuto del privilegio e rispetto del diritto, di cura delle cose pubbliche che, essendo di tutti, non possono essere preda di nessuno in particolare.

Concludo quindi invitandovi ad andare a votare 4 Sì,come espressione più alta della libertà politica per come la intendeva Bobbio, e auguro a tutti buon voto.

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