venerdì 21 maggio 2010

Ecco la proposta di delibera presentata dal consigliere comunale di SEL Stefano Calò sul tema Biomasse





Al Sindaco del Comune di Cutrofiano

Ai colleghi Consiglieri Comunali di Cutrofiano (loro sedi)

Il sottoscritto Stefano Calò, in qualità di Consigliere Comunale di Cutrofiano chiede al Sindaco e all’intera Assise una attenta riflessione sull’opportunità di adottare la seguente proposta di deliberazione di consiglio comunale in occasione della prossima seduta utile:

Oggetto: determinazioni sul problema delle centrali a biomasse in territorio salentino

IL CONSIGLIO COMUNALE DI CUTROFIANO:

VISTO

le polemiche che in questi giorni circondano la vicenda della costruzione, in quel di Casarano, di una centrale a biomasse per la produzione di energia da 25MWe, denominata “Heliantos 2” e alimentata ad olio di girasole di produzione non locale, il cui consumo dovrebbe superare, secondo il progetto, i 4.500 chilogrammi di olio grezzo/ora da bruciarsi in motogeneratori funzionanti secondo il ciclo diesel;

CONSIDERATO

che i processi autorizzativi sono già in atto, compresa la Conferenza di Servizi presso l’Assessorato allo Sviluppo Economico della Regione Puglia del 13 Aprile 2010, poi aggiornata a data da destinarsi per le richieste integrative di A.R.P.A. e A.S.L.;

considerata la scelta dell’azienda, già formalmente dichiarata in sede di C.d.S. dai suoi rappresentanti, di non servirsi del sistema cosiddetto “a filiera corta” per l’approvvigionamento degli oli combustibili;

considerata la potenziale “non congruità” del bilancio energetico del ciclo di produzione di energia delle centrali a biomasse, qualora la filiera di approvvigionamento delle stesse risulti non locale. Elemento, questo, che determinerebbe l’assurdo ambientale secondo cui l’energia spesa per produrre, addurre e bruciare una unità di prodotto vegetale risulterebbe maggiore dell’energia recuperata grazie all’operazione stessa;

considerata altresì la decisa e inconfutabile inopportunità di produrre in sito le biomasse nella misura idonea e sufficiente al corretto ed economicamente utile funzionamento della centrale, viste le dimensioni, in relazione al serissimo rischio di depauperamento delle risorse idriche dell’intera area salentina che, come noto e scientificamente provato, ha già dovuto confrontarsi, negli ultimi anni, con un gravissimo abbassamento del cuscino di acqua dolce della falda profonda sottostante;

considerato il carattere non locale, bensì regionale, del problema del “ciclo della CO2” che, da un’analisi del progetto, risulterebbe immagazzinata nelle colture in altre aree del mondo e restituita in atmosfera, in maniera concentrata e puntuale, a due passi dal nostro paese, col rischio di non conoscere gli effetti a medio e lungo termine di tale sbilanciamento del ciclo stesso;

considerate le imponenti emissioni in atmosfera degli altri prodotti della combustione (idrocarburi policiclici aromatici, particolato, biossido d’azoto, ecc.) che andrebbero ad aumentare significativamente i rischi di malattie degenerative del corpo umano ed animale in un’area – quella salentina – che già risulta sotto attento controllo per i problemi in questione;

considerata la disattenzione sociale che caratterizza (e ha sempre caratterizzato, nella storia dell’umanità) il veicolamento sistemico di beni e ricchezze dai paesi d’origine, poveri ed economicamente depressi, verso i paesi cosiddetti “occidentali”, a causa di distinti e numerosi fattori, quali il basso prezzo di remunerazione dell’importato, il mancato controllo delle condizioni di lavoro degli operatori all’inizio della filiera, sia in termini sociali che igienico-sanitari, l’impoverimento generale dei suoli e la loro sottrazione ai legittimi utilizzi della popolazione locale;

considerato in ultimo che in più sedi, esperti ed autorità, anche di importanti istituzioni come l’O.N.U. e la stessa Unione Europea definiscono eticamente deplorevole e moralmente condannabile il flusso di oli e biocarburanti che, partendo dai paesi poveri del mondo, alimenta centrali europee o nordamericane sotto la bandiera dell’energia pulita;

DELIBERA

1) di invitare, in occasione di un pubblico incontro ovvero in una delle prossime sedute di questa assise consiliare, l’Assessore all’Ambiente della Regione Puglia ad esprimere tutte le riflessioni e i pareri, propri e dell’Organo che rappresenta, sull’argomento oggetto della presente;

2) di invitare gli organismi regionali preposti ad elaborare con urgenza attente determinazioni sull’argomento, in funzione di una necessaria regolamentazione;

3) di dichiararsi pubblicamente contrario, in base ad un elementare ma necessario “principio di cautela”, agli impianti a produzione di energia dalle biomasse a filiera non corta;

4) di dichiararsi, in generale, contrario alle iniziative imprenditoriali che, nell’ottica di utilità private ben conosciute, violano palesi diritti e corrono in direzione contraria a quella dell’utilità pubblica, talvolta cavalcando onde (come quella della sensibilità ambientale e delle energie alternative) che vengono generate dal buon senso di un sentire civico e di un corretto amministrare e rischiano di sfociare in abusi e assurdità.

Ho ritenuto proporre questa bozza per tempo al fine di consentire ai colleghi un’adeguata informazione che andasse ben oltre il tempo tecnico che intercorre fra la pubblicizzazione del Consiglio e la relativa seduta. Fortemente convinto dell’inopportunità di dar vita ad impianti a biomassa a filiera non corta (che probabilmente risulterebbero anche antieconomici se non ci fossero i famigerati “Certificati Verdi”), ritengo che il problema non possa e non debba ritenersi confinato nell’ambito ristretto del comune di Casarano e/o delle altre realtà amministrative sulle quali gravano richieste di impianti analoghi in provincia. Naturalmente rimango a disposizione dei colleghi e, perché no, dei cittadini per descrivere ed elencare le riflessioni che mi hanno spinto ad elaborare questa bozza di delibera da proporre al Consiglio Comunale.

Con stima.

Cutrofiano, 4 Maggio 2010

Stefano Calò

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