mercoledì 16 marzo 2011

“nuove identita’” La Comunità dei Valori

Il gruppo politico di SEL ritiene che nell’ambito della costruzione “comune” di un programma di governo da sottoporre alle altre forze politiche e alla cittadinanza sia necessario partire dalla comprensione dei fenomeni sociali ed economici in atto per arrivare ad un “governo delle trasformazioni” che, inequivocabilmente, bussano alle nostre porte e segnano già il nostro futuro.

La velocità del cambiamento tecnologico ed economico non collima con la capacità della società di assimilare i nuovi usi che si vengono a determinare e le abitudini così acquisite, con il tempo, farle diventare “tradizioni”.

Si pensi al tema delle energie rinnovabili o alla crisi produttiva del settore agricolo che deve reinventare nuovi usi degli spazi rurali, tradurli in forme economiche sostenibili e stabilizzarli socialmente.



C’è una evidente dissonanza nell’individuo/società fra Spazio vitale e Tempo percepito.

La società contemporanea è perciò caratterizzata da una grande “precarietà” ed incertezza sul futuro, dovuta all’incapacità di cogliere i cambiamenti in atto e dalla velocità ed inesorabilità con cui questi si presentano e, più in generale, alla caduta delle “ grandi narrazioni” del XX° secolo, ideologie comprese.

L’idea del novecento fu che il fine del progresso fosse la “giustizia sociale” - riduzione delle ineguaglianze, emancipazione, diritti - da ottenere tramite l’organizzazione sociale in partiti di massa, l’accesso e la pubblicizzazione dei principali servizi sociali come la sanità, l’istruzione, l’acqua, l’energia, la mobilità. La produzione economica era organizzata per Stati Nazionali, così pure quella sociale e politica. In tutti i settori l’obiettivo principale era la crescita ad ogni costo e senza limiti.

La società attuale è invece caratterizzata dalla profonda crisi dei “valori” del novecento. La crescente sfiducia del cittadino nei confronti dello spazio pubblico, della Politica, dei partiti come forme atte a garantire quell’idea generale di progresso sociale, la crisi delle ideologie hanno prodotto la perdita dell’identità sociale e avviato un processo di atomizzazione della società.

L’individuo, al di fuori di ogni logica comunitaria, costruisce la propria identità e acquisisce certezze tramite il solo meccanismo del consumo, associandosi ad un marchio d’impresa che ne garantisce e certifica, tramite il marketing, il proprio modello, in una inappagante azione compulsiva che non soddisfa alcun bisogno/mancanza.

Questa società dell’individuo, del tutto e subito, non insegna la pazienza, il sacrificio, la mediazione, lo sforzo costruttivo.

L’individuo, privo di una visione comunitaria o almeno solidaristica, spaventato dai nuovi fenomeni sociali, come le migrazioni, il depauperamento ambientale, appare impreparato a cogliere il cambiamento in atto e disposto perciò a barattare il tema della libertà con quello della sicurezza, nel senso che all’aumento della prima corrisponde sempre un decremento della seconda.

Nel novecento si afferma l’economia come principio di razionalità che governa tutte le altre vicende umane e sociali.

La produzione e l’organizzazione economica odierna avviene ad un livello sovranazionale, basata su processi di dominio e controllo sociale che non avvengono all’interno del tradizionale rapporto di produzione delle fabbriche o dei campi ma su più raffinati strumenti che agiscono sulle componenti relazionali ed affettive degli individui, almeno nei paesi ricchi.

I mercati dei capitali e delle merci si sono trasferiti in "un nuovo spazio, socialmente extraterritoriale", ben più forte dello spazio del singolo Stato Nazione, e per affrontare questa nuova situazione sono necessari strumenti diversi da quelli finora adoperati.

Fenomeni di delocalizzazione produttiva sono in atto anche nel Salento generando crisi occupazionali e sociali, come nel settore tessile e calzaturiero o più recentemente la vicenda della ex Manifattura Tabacchi di Lecce.

Il primo articolo della Costituzione Italiana afferma che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro mentre all’art.4 riconosce il lavoro come un diritto fondamentale dei cittadini e ne promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Il lavoro oggi ha subito una profonda trasformazione sociale, rompendo il suo tradizionale rapporto con il capitale, come elemento centrale nella creazione del “valore”.

La creazione del valore capitale nella società moderna è dovuta principalmente alla produzione immateriale intesa come il valore estetico, sociale e simbolico che viene attribuito al bene di consumo che dipende sempre più dai fattori immateriali che riesce ad inglobare e trasmettere all’individuo-consumatore.

In secondo luogo, svincolando la produzione materiale dal valore capitale, il lavoro diventa un fattore variabile della produzione, delocalizzabile e precarizzabile, da utilizzare con la massima flessibilità.

In altre parole i lavoratori tradizionali si trasformano ora in liberi professionisti della precarietà, senza prospettive certe e acuendo le difficoltà di generare rapporti sociali stabili, costruirsi una famiglia e generare prole, che almeno era una certezza per i lavoratori del ventesimo secolo.

La società contemporanea ha generato la crisi dei legami sociali (nazione, partiti politici, famiglia, affettivi), l’individualizzazione, la paura e l’incertezza del futuro, la risposta xenofoba nei confronti dei migranti e più in generale di ogni diverso, degli anziani, di ogni escluso dal modello consumista/identitario.

Partiamo dal contrasto di questi fenomeni per costruire la nostra comunità, solidaristica, inclusiva, valoriale ed identitaria.

Comunità ed Identità sono aspetti congruenti perché il nostro concetto comunitario, l’unico possibile oggi, si basa sulla continua negoziazione delle differenze.

L’appartenenza ad una comunità (di identità), non rappresenta più un fattore rigido di appartenenza, ma è un processo di produzione individuale che può sempre essere messo in discussione e rinegoziato.

Per quanto sopra si ritiene utile aprire un confronto con tutti i soggetti che, partendo dall’analisi svolta, indipendentemente dalle posizioni ideologiche di partenza, si riconoscano in questo metodo, condividano la volontà di costruire un nuovo percorso comunitario volto a costruire quella società di valori che contrasti i processi degenerativi in atto, tanto sul piano economico quanto su quello sociale.

QUELLO CHE SI è FATTO (da redigere)

LE TRASFORMAZIONI in atto

La nostra comunità respira appieno la modernità che presenta un duro conto in termini economici e sociali.

Il contesto rurale

La crisi della viticoltura prima e della tabacchicoltura poi ed ora dell’agricoltura in generale hanno generato una perdita di reddito ma anche un fenomeno di abbandono del territorio che appare ora alla mercé di ogni uso alternativo.

Attualmente lo spazio rurale è visto più che come uno spazio per la produzione di materie prime agricole come una comoda residenza, uno spazio economico dove esercitare l’attività turistica, ed è soggetto all’aggressione dell’industria estrattiva ed energetica, in particolare dal fotovoltaico.

In tema di fonti rinnovabili su aree agricole si ritiene utile applicare nella maniera più inflessibile possibile quanto recentemente stabilito dalle linee guida regionali e premere perché il governo nazionale adotti politiche energetiche più restrittive nel campo delle rinnovabili su suolo agricolo.

Accanto a questa crisi c’è stata quella dell’industria estrattiva che aveva assicurato un discreto sviluppo dal dopoguerra in poi. I segni dell’attività estrattiva sono rilevabili in tutto il territorio comunale, ma si fanno particolarmente evidenti in direzione sud verso Supersano ed ovest verso Collepasso dove esiste una fascia di territorio soggetta a dissesto per il crollo delle gallerie sotterranee. In alcune di queste aree sono evidenti i segni del dissesto con il crollo delle volte delle gallerie ipogee che in superficie si manifestano con la presenza dei tipici laghetti, alimentati dalle piogge autunnali o dalla falda superficiale. Questi laghetti, se lasciati indisturbati, evolvono verso biocenosi particolarmente ricche e tendono a rinaturalizzarsi molto velocemente. La loro acquisizione, protezione, messa in sicurezza e riqualificazione come aree naturalistiche e come spazi ricreativi o di studio per la popolazione locale è un tassello di un più vasto modello di recupero di tutta l’area caratterizzata dai dissesti e un modello d’intervento di riqualificazione territoriale.

La presenza di un grande bacino minerario, di cavità ipogee residue dell’attività estrattiva della calcarenite, alcune delle quali presenti in aree edificate o in vicinanza di arterie stradali, fenomeni di dissesto idrogeologico in fase attiva ed evolutiva, la dipendenza del territorio dalla rete idraulica dei canali artificiali, la presenza di due bacini idraulici, il fenomeno dell’abbandono delle campagne e la meccanizzazione delle pratiche agricole che cancellano la secolare rete di scolo delle acque, la scarsa manutenzione dei canali, il soffocamento delle voragini e inghiottitoi che vanno censiti, mantenuti e tutelati, rappresentano la maggiore sfida per la nostra comunità e il sistema delle conoscenze da approfondire maggiormente.

Lo spazio rurale cutrofianese è soggetto ad un delicato equilibrio dovuto dall’interdipendenza con l’acqua, alla varietà dei suoli e tipologie vegetazionali, possiede grande bellezza e fascino ed esercita un forte richiamo come spazio di vita, ricreativo e di tranquillità, come testimoniato dalla presenza di una ricca comunità anglofona che vi vive stabilmente da quasi dieci anni.

Ma il territorio rurale è interessato anche dalla presenza di beni diffusi nel paesaggio agrario (masserie, chiesette, aie, cisterne, neviere, carrarecce, palmenti, trappeti ipogei, cave di superficie, colombaie ecc..) come anche di resti di antichi casali ormai scomparsi, strade e siti di epoca romana e preistorica. Un puntuale censimento e catalogazione/conoscenza ai fini della tutela, conservazione e trasmissione alle future generazioni sono un obbligo morale che abbiamo già avviato con la prima fase del PUG.

La tutela dello spazio rurale appare come la sfida più importante del prossimo futuro, il governo delle trasformazioni, attraverso la costruzione di un sistema di conoscenze e competenze locali che sappiano guidare il fenomeno in atto e non subirlo.

Contemperare le esigenze produttive del settore estrattivo attraverso il meccanismo dello “scavo virtuoso”, all’interno di un bacino estrattivo dell’argilla ben definito, che renda possibile il risanamento delle aree in dissesto e disegni un recupero paesaggistico e naturalistico delle aree di prelievo significa dare nuove funzioni a questi spazi.

Conservare il suolo, dare alla campagna la possibilità di soddisfare nuovi bisogni, la visione di uno spazio rurale come uno spazio multifunzionale in grado di soddisfare numerose altre esigenze della contemporaneità che non siano solo quelle produttive.

In questo senso va intesa la partecipazione all’idea del “Parco dei Paduli” che dovrebbe superare il concetto dello spazio museale, conservativo, ma aprirsi, sostenibilmente, alla modernità, intesa come risposta a nuovi bisogni. Il nostro territorio, legato a quello di altri comuni contermini, sperimenterà un’attività di rigenerazione territoriale su più vasta scala, si avvarrà di una serie di attività, materiali e non, che aumenteranno il richiamo ed il valore del nostro spazio.

L’azione politico amministrativa continuerà nella valorizzazione del territorio rurale, nella sua azione di recupero ambientale e paesaggistico e nell’impegno di mettere a disposizione della comunità gli spazi recuperati ed acquisiti.

Dopo il “Borgo Rurale Chiusa”, il Parco dei Fossili e l’area dei laghetti di crollo, già bonificata, andrà riqualificata per darla in uso ai cittadini di Cutrofiano.

Così pure c’è la volontà di continuare nell’impegno di ricercare le risorse economiche per realizzare un museo delle attività estrattive da allocare in una cavità ipogea.

Ma la problematica più urgente da affrontare dopo la bonifica dei siti inquinati, che ha impegnato l’amministrazione durante il periodo di mandato, è quella della caratterizzazione statica e messa in sicurezza di tutte le cavità ipogee o almeno di quelle che possano impegnare la pubblica incolumità.

Il contesto urbano (da contestualizzare)

E’ caratterizzato dalla città storica con un centro definito

Mobilità

Politica attiva nel mercato della casa tramite un programma consistente di edilizia economica e di edilizia sociale (acquisizione di aree per 150 alloggi di cui 50 di edilizia economica, 50 di edilizia sociale, 50 di edilizia residenziale pubblica)

Rigenerazione urbana/Riqualificazione territoriale (asse VII) (verde pubblico, sportivo, standard, illuminazione, risanamento aree senza servizi, ecc)

Centro storico (acquisizione e recupero di case in cattivo stato per edilizia sociale o albergo diffuso).

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CONTRIBUTO DELL’ARCH. S. M.

PER UN MIGLIORAMENTO ED UNO SVILUPPO DEL TERRITORIO DI CUTROFIANO

Ci sono tre obiettivi fondamentali che si vogliono perseguire, ciascuno declinato in

obiettivi più specifici, sono:

1 - tutela e valorizzazione ambientale e paesaggistica, da perseguire attraverso:

tutela e valorizzazione della risorsa naturale l’acqua, la terra, il clima, le strutture e le modificazioni dovute all’uomo;

miglioramento dei modi e forme di utilizzazione e sfruttamento dell’energia pulita, contestualmente all’eliminazione progressiva dei materiali e delle emissioni dannose all’ambiente;

conoscenza, monitoraggio, valorizzazione, salvaguardia e riqualificazione dei beni culturali e del paesaggio, con particolare riferimento al patrimonio rurale da attuarsi anche con normative che favoriscano il recupero da parte dei privati anche in concorso con l’amministrazione, con lo scopo di attuare contestualmente il recupero delle strutture e del contesto in cui sono inserite, studiare quindi modi per attuare un programma di recupero del territorio che sia da stimolo ad attività economiche di servizio al turismo e alle attività agricole;

recupero del territorio per aree omogenee per caratteri comuni, aree estrattive con varie possibilità di riuso, zone umide e con presenza di fauna e vegetazione ormai consolidate, aree che si possono considerare di archeologia industriale e di archeologia agraria, aree veramente archeologiche, edifici e aree di valore storico e/o monumentale, aree di valore ambientale e altre; per ogni specificità dovrebbe essere studiato piani di recupero e valorizzazione.

2 - il miglioramento della qualità dell’ambiente e del vivere urbano, da perseguire attraverso:

riqualificazione e valorizzazione del tessuto edilizio esistente; dovrà essere studiato e ridefinito il centro storico e di tute le aree e gli edifici a carattere storico e ambientale presenti su tutto il territorio anche delle periferie e il territorio agricolo che presenta manufatti di valenza storico architettonica ed anche archeologica (strutture e territorio dell’area di Petrore, masseria Astore, trappeti e manufatti ipogei);

Recuperare quei quartieri periferici, una volta definiti dormitorio, con alta densità di popolazione anziana e minorile che soffrono il disagio di un’ambiente urbanistico ostile alla socialità e alla integrazione sociale delle diverse età, grado sociale ed etnie presenti sul territorio studiare forme e iniziative di incontro tra culture;

creazione di nuove aree da destinare all’edilizia economica e popolare al fine di rispondere alle esigenze abitative, progettandola e realizzandola in maniera diffusa sul territorio, anche attraverso l’acquisizione edifici dismessi da ristrutturare o ricostruire a fini abitativi;

potenziamento, miglioramento, valorizzazione e nuova individuazione di spazi per aggregazione sociale e di partecipazione alla vita cittadina, stimolando con attività anche remunerative l’utilizzo delle strutture pubbliche ( mercatini, mostre, fiere)

miglioramento della mobilità sul territorio urbano ed exstraurbano, certamente uno dei temi più difficile da affrontare, tante sono le opinioni su questo, però è necessario definire e attuare una gerarchia dei percorsi, che soddisfi possibilmente tutte le esigenze della comunità. Si potrà così ad esempio avere una lettura unitaria attraverso un percorso leggibile (per l’aspetto di arredo urbano, per la sua tipologia) dello spazio urbano, ci potranno essere:

aree e strade pedonali episodiche, permanenti o settimanali

strade prevalentemente carrabili e veloci

strade ad uso misto pedonale e carrabile con aree di sosta e senza

strade storiche, percorsi ed emergenze storico architettoniche tra loro collegate

strade e piazze del verde collegate alle aree pedonali e ciclabili

strade a destinazione commerciale

strade di servizio e di collegamento tra attività industriali e artigianali con le strade provinciali e statali, miglioramento anche delle strade di collegamento tra la zona artigianale e il centro urbano

realizzare strade e percorsi esterni all’abitato per il collegamento tra il centro urbano e i paesi collegati, sistemi di sicurezza dei colegamenti tra strade urbane ed extraurbane.

migliorare l’aspetto urbano di strade e piazze, con una struttura per la manutenzione ordinaria di strade piazza e spazi verdi con carattere continuativo e permanente del servizio.

migliorare la qualità ambientale favorendo l’uso di energia e materiali ecocompatibili per i privati e anche da parte delle reti e sistemi pubblici per l’illuminazione, i mezzi di trasporto, l’arredo urbano, gli spazi verdi, gli edifici.

3 - le infrastrutture e la creazione di opportunità di sviluppo, da perseguire attraverso:

ampliamento, miglioramento e razionalizzazione delle aree produttive, si può pensare di favorire insediamenti di attività commerciali ed anche di piccole attività artigianali che possono essere compatibili con la residenza, ad esempio: laboratori di ceramica, piccole falegnamerie che abbiano aree pertinenti e tutte le altre attività che già si svolgono, in maniera diffusa sul territorio, con particolare attenzione a favorire il riuso delle aree del centro storico comprese tra piazza Cavallotti e via A Mario;

valorizzazione della cultura locale ricca di tradizioni, suoni, odori e sapori, che hanno da sempre caratterizzato e caratterizzano la comunità locale; migliorare la qualità della promozione delle qualità della produzione e delle tradizioni del territorio a fini turistici di tradizione e di cultura.

si possono favorire con sgravi dei costi concessori o fiscali (spazzatura e servizi) o particolari definizioni di destinazioni d’uso del territorio, l’insediamento di piccole attività produttive, commerciali, artigianali, culturali e di servizio

potenziamento e valorizzazione delle iniziative a turistiche a carattere ecocompatibile.

Attuare Piani intercomunali di destinazione d’uso delle aree confinanti che abbiano assunto caratteristiche comuni, in accordo e con il contributo di Regione e Provincia, ad esempio la strada di collegamento Sogliano – Cutrofiano.

In futuro si dovrà pensare a collegamenti pubblici tra paesi con attività di scambio, pensando quasi ad un’area metropolitana con collegamenti e servizi comuni.


contributo Melissano Luigi

ENERGIA

CUTROFIANO aderisce agli obiettivi dell’Unione Europea in tema di lotta ai cambiamenti climatici sintetizzati nella sigla 20-20-20.

L’impegno sarà quello di contribuire al raggiungimento dell’obiettivo di garantire il 20% della produzione energetica da fonti rinnovabili, il miglioramento del 20% dell’efficienza energetica ed un taglio del 20% delle emissioni di CO2.

Il primo obiettivo si persegue favorendo le produzioni energetiche da fonti rinnovabili ed in particolare il fotovoltaico sui tetti pubblici e privati, nelle aree idonee individuate dalla pianificazione sovraordinata e compatibili con le esigenze di tutela della comunità locale.

Per il secondo si continuerà ad investire risorse in particolare sulle scuole pubbliche per ridurre le dispersioni termiche ed aumentare la sicurezza ed il comfort dei nostri edifici scolastici ed intervenendo sulla rete della pubblica illuminazione per ridurre la potenza assorbita, le dispersioni della rete e con un sistema di telecontrollo del singolo punto luce. Per il terzo obiettivo si dovrà puntare invece sulla riduzione del traffico veicolare in determinate giornate ed orari introducendo aree pedonalizzate e chiuse al traffico ed aumentando il numero degli spazi destinati a piste ciclabili e più in generale regolando la più complessa materia della mobilità.

Si ritiene necessario, previo studio, giunto il momento di regolare a senso unico la circonvallazione comunale e istituire su di un lato, delimitandola con apposita segnaletica orizzontale e verticale, una pista ciclabile che rappresenti la colonna vertebrale di tutta la viabilità ciclo pedonale.

Si partirà dal primo nucleo di viabilità ciclabile prevista nel PIRP tra la via Ascoli e la via XXXX per estenderla poi verso via Montale e da qui, utilizzando l’area di sedime della condotta idrica AQP, raggiungere il limitrofo centro di Sogliano. Analogamente, dall’altro lato si estenderà la pista ciclabile fino al Centro Sportivo, passando per il Cimitero Comunale.

contributo ing. Meleleo Tommaso

Se soltanto i media utilizzassero i termini esatti per indicare i proiettili costruiti con le "scorie di reattore nucleare" ( e non “uranio impoverito”) con cui i nostri giovani soldati si sono ammalati di leucemia e cancro (oltre 1700 soltanto in Puglia) allora tutti gli italiani potrebbero trarre immediatamente la conclusione che i reattori nucleari non sono più proponibili.
Infatti oltre ai problemi tecnici prevedibili e non prevedibili, oltre al fatto che nessuno sa cosa fare delle scorie radioattive, c'è anche la scelleratezza con cui questi uomini ai governi riescono ad inventare usi barbarici delle scorie stesse.
Le energie rinnovabili non possono da sole risolvere IL PROBLEMA DELL'ENERGIA NEL MONDO, ma possono contribuirvi per buona parte, il resto si deve fare con il risparmio adeguando lo stile di vita, la costruzione degli edifici, il sistema dei trasporti etc..; con l'uso razionale dell'energia derivante anche dalle fonti fossili come ad esempio la cogenerazione di calore ed energia elettrica dallo stesso "generatore".
Per fare questo occorre una chiara informazione ed un programma nazionale ma anche locale di lungo termine da perseguire con coerenza e determinazione coinvolgendo, e questo è l'aspetto più importante, tutti i cittadini.

contributo di Melissano L.

POLITICHE SOCIALI: LE PRIORITA’

La crisi strutturale delle politiche del lavoro nel nostro comune, accentuata dai riflessi della eccezionale congiuntura negativa su scala globale, impone una nuova e assoluta priorità delle politiche sociali della famiglia e del lavoro.

Accanto alle vecchie e tradizionali aree di fragilità emergono nuove tipologie di precarietà e debolezza sociale, che debbono trovare da parte dell’Ente locale attenzioni e risposte concrete.

Tutto deve ruotare intorno alla famiglia, perno della società.

La famiglia sarà al centro di azioni concrete.

Nello specifico, verranno messe a disposizione risorse per il sostegno alle famiglie che hanno perso il lavoro promuovendo il “servizio civico” al fine di fornire all’utenza un’opportunità di sperimentare le proprie capacità lavorative uscendo dalla logica dell’assistenzialismo fine a se stesso, riconoscendo il valore del lavoro come promotore di autonomia e dignità. Vanno riservati o reperiti servizi o concessioni pubbliche a favore di cooperative sociali che si impegnino ad intervenire a fianco dell’azione amministrativa pubblica, anche con affidi diretti così come consente la normativa vigente.

Occorre inoltre garantire una qualità nei servizi alla persona; ciò comporta il consolidamento dei Servizi già erogati attraverso il Piano di Zona che vanno non solo sostenuti, ma ulteriormente incrementati a garanzia di famiglie, minori, immigrati, giovani, anziani, disabili.

Anche a Cutrofiano esiste, come nel resto d’Italia, il problema legato alla casa. Questo è fortemente percepito in special modo dai giovani che a fronte di una nuova politica potranno avere nuove opportunità per pianificare il proprio futuro. Si promuoveranno iniziative possibili affinchè si concretino piani che portino a favorire l’edilizia economica e popolare e la costruzione o il recupero di alloggi da riservare a giovani coppie o a soggetti