martedì 28 giugno 2011

Tilt Camp! Roseto degli Abruzzi dal 31 agosto al 4 settembre

http://www.tiltcamp.it/

Nel gioco del flipper, il tilt è l'interruzione della partita che si verifica quando il giocatore, per impedire alla pallina di andare in buca e finire il giro, scuote violentemente la macchina. Ci sembra la metafora giusta per definire lo stato in cui si trova un'intera generazione. La nostra. Siamo lì a scuotere il Paese per fare in modo che non siano altri a chiudere una partita per noi, siamo qui per conquistarci un altro giro.

Ci siamo sentiti dire per anni che siamo la generazione "senza futuro", la prima generazione che sta peggio dei propri genitori, la generazione precaria a vita. Oggi finalmente vogliamo provare a ragionare di noi, tentando di individuare - nella partecipazione e nel confronto politico - un percorso che ci renda davveroprotagonisti del presente.

Molti di noi hanno fatto o fanno parte di partiti del centrosinistra, stanno dentro associazioni, fanno parte di comitati, animano movimenti. A partire da qui, crediamo e sentiamo "oggi più che mai" il bisogno di uscire dalla frammentazione e di costruire un progetto politico della sinistra partecipato e aperto: che parta dai territori, dall'incontro tra esperienze diverse, dalla condivisione, dalla pratica per obiettivi, dalla sfida della complessità e non dalla semplificazione o dalla finta unità a scopo auto conservativo.

"Tilt" è uno spazio di riflessione e di confronto, di ascolto e di presa di parola. Si articolerà in quattro giorni, affronterà le questioni che troppo spesso stanno fuori dall'agenda politica del Paese: lavoro, giustizia sociale e diritti sono solo alcuni dei temi sui quali vogliamo costruire la nostra "sinistra" del presente.

A Roseto degli Abruzzi, nella regione martoriata dal terremoto, inizia la nostra "ricostruzione" simbolica. Dal 31 agosto al 4 settembre daremo vita ad un vero e proprio villaggio della politica e della partecipazione: workshop, seminari, dibattiti, assemblee, presentazioni di libri, proiezioni video, interviste collettive ai protagonisti della scena politica italiana.

Ascolto, presa di parola, confronto e, soprattutto, socialità e divertimento. L'appuntamento è in un camping sul mare, con piscina, campo da tennis e di calcetto. Con bungalow da quattro e cinque posti letto (due stanze doppie), con servizi igienici e cucina. A un prezzo di 25 euro al giorno compresa la cena (95 euro per tutto il soggiorno).

Vi aspettiamo.

Tilt - Conquistiamoci il nostro giro!

http://www.tiltcamp.it/

lunedì 13 giugno 2011

GRAZIE A TUTTI QUANTI I CUTROFIANESI!!!! IL SI A CUTROFIANO HA TOCCATO IL 98,93%



Il Circolo Sinistra Ecologia e Libertà di Cutrofiano ringrazia tutti quanti coloro che hanno dato il proprio contributo per vincere la sfida del quorum sui referendum popolari del 12 e 13 giugno 2011, in particolare ringrazia tutti gli amici che hanno collaborato con il nostro gruppo per l'organizzazione di feste, volantinaggi, dibattiti pubblici ecc...
in particolare un ringraziamento va al gruppo IDV, alla CGIL, al gruppo Forum amici del territorio, all'Azione Cattolica, a legambiente, al movimento per l'acqua per il sostegno nella partita che abbiamo vinto tutti quanti insieme.

domenica
ore 12,00ore 19,00ore 22,00 ore 15,0
CUTROFIANO 7,5321,2237,35 57,09


per poter consultare i dati ufficiali del ministero clicca sul link



Ha vinto l’Italia migliore. Ha vinto l’Italia che guarda al futuro, quella del senso civico, non rassegnata, quella che non si fa condizionare da un dibattito politico avvitato su se stesso, falsato, irreggimentato, a tratti persino arrogante. Hanno vinto i cittadini e le cittadine che si sono recate in massa a votare, contro ogni pronostico. E’ l’Italia che vuole cambiare, che forse è già cambiata, che vuole decidere il presente e il futuro per conto proprio.

Ha vinto l’Italia che abbraccia la vita, per cui l’acqua è un bene prezioso, che manda a dire che non c’è mercato quando si parla di bisogni primari, di beni comuni. L’Italia che si interroga su quei bambini, un milione e mezzo, che muoiono ogni anno per il mancato accesso ai servizi idrici e che vuole rispondere collettivamente. I problemi del mondo sono problemi nostri.

Ha vinto l’Italia che si guarda intorno e scopre un Paese bellissimo, che si domanda perché sia possibile costruire un sistema energetico basato sulle energie rinnovabili a pochi passi da noi, nelle lande tedesche, e non tra i borghi di casa nostra. Non ci saranno brutte e grigie centrali intorno a noi negli anni a venire, ma solo il profumo del futuro.

Ha vinto l’Italia che rabbrivisce per tutti quei ragazzi e quelle ragazze che non hanno avuto né giustizia né un processo e mai ce l’avranno. Per chi muore ogni giorno nelle carceri, per chi giustiza non ce l’avrà mai. Ha vinto l’Italia per cui la legge è uguale per tutti. Per tutelare innanzitutto gli ultimi, non per mettere in galera i potenti.

Hanno vinto i cittadini, che ancora prima dei partiti, hanno promosso i referendum, raccolto milioni di firme, fatto una campagna capillare senza fermarsi mai.

Hanno vinto coloro che hanno votato “no”, che credono ancora nell’importanza di esprimere la propria opinione con un voto, mettendo la scheda nell’urna e decidendo di testa propria cosa era giusto o meno fare.

Ha vinto un’Italia che a troppi, nei partiti, era sconosciuta. L’Italia che ha animato le piazze e le strade del Paese in questi mesi. Gli studenti e la loro rabbia giovane, le donne e la voglia di partecipazione, i lavoratori e la dignità di chi non cede ai potenti, i giovani e il loro protagonismo ritrovato.

Da oggi tutto è possibile. Niente sarà più come prima.

Marco Furfaro




Referendum del 12 e 13 giugno 2011 dati effettivi del comune di CUTROFIANO

Regione: PUGLIA

Provincia: LECCE

Comune di CUTROFIANO


Elettori7.759

SERVIZI PUBBLICI LOCALI
Votanti4.43057,09 %
SI NO
4.306 57
98,69 %1,31 %
Sezioni pervenute9 su 9
Schede bianche551,24 %
Schede nulle120,27 %
Schede contestate e non assegnate--





Regione: PUGLIA

Provincia: LECCE

Comune di CUTROFIANO


Elettori7.759

TARIFFA SERVIZIO IDRICO
Votanti4.43057,09 %
SI NO
4.334 47
98,93 %1,07 %
Sezioni pervenute9 su 9
Schede bianche380,85 %
Schede nulle110,24 %
Schede contestate e non assegnate--


Regione: PUGLIA

Provincia: LECCE

Comune di CUTROFIANO


Elettori7.759

ENERGIA ELETTRICA NUCLEARE
Votanti4.43057,09 %
SI NO
4.292 82
98,13 %1,87 %
Sezioni pervenute9 su 9
Schede bianche410,92 %
Schede nulle150,33 %
Schede contestate e non assegnate--


Regione: PUGLIA

Provincia: LECCE

Comune di CUTROFIANO


Elettori7.759

LEGITTIMO IMPEDIMENTO
Votanti4.43357,13 %
SI NO
4.276 98
97,76 %2,24 %
Sezioni pervenute9 su 9
Schede bianche481,08 %
Schede nulle110,24 %
Schede contestate e non assegnate--






























sabato 11 giugno 2011

REFERENDUM 12 E 13 GIUGNO 2011: INTERVENTO SUL LEGITTIMO IMPEDIMENTO DEL CONSILIERE MARIA LUCIA COLI'

E' il momento della democrazia, quella vera e priva di compromessi. Il 12 e 13 giugno

, tutti noi saremo chiamati a esprimerci su un Referendum che chiederà ai cittadini di esprimersi sul nucleare, sulla gestione privata dei servizi idrici e sul legittimo impedimento. Mai, e ribadisco mai, un momento così importante può essere dichiarato inutile, come vuo

l far credere il Presidente del Consigli, perché è, ed è sempre stato, un grande momento di democrazia: penso ai tanti diritti civili conquistati con il mezzo referendario, alla storia dei grandi referendum che hanno traghettato il Paese verso quello che sarebbe stato il nuovo corso laico della sua democrazia: penso al divorzio e all’aborto, al primo voto sul nucleare. Quindi, rivolgo un appello ai cittadini per andare a votare: è importante manifestare attraverso il voto le proprie convinzioni personali.

Tra i quesiti referendari vi è quello sul legittimo impedimento: forse il più tecnico e più ostico ma che racchiude in sé un grande principio di civiltà quello previsto dall’art. 3 della nostra Costituzione che sancisce la eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. La democrazia è basata sull’uguaglianza dei cittadini, un principio che oggi è insidiato

dal privilegio di pochi, ricchi e potenti, a scapito della maggioranza dei cittadini.

Passiamo ad analizzare il legittimo impedimento Che cos’è il legittimo impedimento?

Ogni cittadino ha diritto di difendersi nel processo, non dal processo come in Italia avviene per i ricchi e potenti. Per cui, come a scuola in caso di assenza bisogna giustificarla, anche nel processo, quando si è impossibilitati o impediti a comparire in udienza, bisogna dare una giustificazione, cioè fare presente ai giudici l’impedimento per il quale non si è potuti comparire in udienza.

Gli impedimenti più noti sono quelli derivanti dalla malattia (se una persona è ricoverata in ospedale, è evidente che non può comparire in udienza), ma non solo!

Sino alla data dell’entrata in vigore della legge che si deve abrogare votando sì, la legittimità o meno di un impedimento a comparire in udienza, era valutata dal giudice procedente, ma ciò evidentemente a Berlusconi non bastava perché, a volte, i giudici dei suoi processi quando valutavano che l’evento impeditivo era stato artatamente costruito in occasione delle udienze (ricordo un viaggio in Russia, come Presidente del Consiglio per un evento la cui inutilità era palese)i giudici rigettavano la richiesta di rinviare l’udienza e procedevano nel considerare ingiustificata l’assenza dell’imputato

Berlusconi. Da qui è nata l’esigenza, solo di Berlusconi, di togliere ai giudici la possibilità di valutare l’impedimento. Dopo i tentativi del Lodo Schifani prima e poi con quello Alfano(per le quali, com’è noto, è stata impropriamente messa in campo la denominazione di “lodi”), entrambi bocciati dalla Corte Costituzionale, (evidentemente costituita tutta da giudici comunisti!!!!) al ministro Alfano è nata l’idea di modificare solo per Berlusconi le norme del processo penale relative al legittimo impedimento.

Che cosa è riuscito a concepire? La sospensione per legge di tutti i processi che riguardano le più alte cariche dello Stato ed i ministri ma, di fatto, riguardano solo Berlusconi e la sua cricca.

E’ necessario premettere che una norma di tale portata, non era stata lontanamente prevista dai nostri Padri Costituenti perché, evidentemente, per loro era impensabile che una alta carica dello Stato o più semplicemente un ministro, potesse ricoprire quel ruolo avendo problemi con la giustizia.

Non voglio entrare nel merito dei processi di Berlusconi o dei suoi ministri, dai quali potrà anche uscire assolto (ma sarà difficile) ma intendo dire, che i nostri Padri costituenti ritenevano che la condotta di chi assume una Alta carica dello Stato deve essere sempre trasparente e priva di ombre.

Dicevo che la sospensione dei processi per le più Alte Cariche dello Stato era stata già rifiutata dal nostro Presidente della Repubblica e dal Presidente Fini; chi invece l’ha sostenuta, a parte il presidente del Senato per ovvie ragioni di sudditanza, sono stati i ministri o vassalli e i deputati da Berlusconi stesso nominati; evidentemente l’approvazione di questa legge era la condizione per assicurarsi una nuova nomina a deputati.

Basti pensare che la prima applicazione della legge è stata nel processo Brancher, che era stato nominato ministro dal Presidente del Consiglio proprio per poter fruire dei privilegi di questa legge: la pressione popolare e mediatica lo ha costretto a dimettersi dopo pochi giorni per farsi regolarmente

processare e condannare.

Chiariti questi aspetti tecnici, il quesito referendario che troverete sulla scheda di colore verde, al di là di come è riportato, lo possiamo riassumere in queste parole: volete voi che anche i ricchi e i potenti siano uguali dinanzi alla legge? La mia risposta è sì. Volete voi che anche Silvio Berlusconi e la sua cricca possano essere processati, come tutti i cittadini? Anche a questa domanda la mia risposta è sì. Perciò io domenica mattina voterò sì e vi

invito a fare altrettanto perché è in gioco uno dei principi fondamentali della nostra Costituzione.

Nell’inquadrare il quesito sul legittimo impedimento nel più ampio insieme dei quesiti posti agli elettori si vede, nella consultazione, un’opportunità di valutazione e di confronto e, ancor più in generale, sul modo di concepire la politica – come più o meno distante dall’idea(le) del perseguimento del “bene comune” – ed, in ultima analisi, lo stesso ideale democratico, nel nostro Paese.

Senza leggi uguali per tutti – pensiamo ai privilegi, alle leggi ad personam di recente approvazione, - la società si divide in caste e la vita collettiva diventa dominio delle oligarchie.

Voglio chiudere questo mio interven

to leggendovi un passo di Norberto Bobbio comparso nel 1958 sulla rivista Risorgimento in occasione del primo decennale della Costituzione e che mi sembra quanto mai attuale. “Dietro la libertà politica c’è l’idea della fondamentale eguaglianza degli uomini di fronte al potere politico. In democrazia non vi sono governanti e governati per destinazione, potenti incontrollati e servi rassegnati, classi inferiori e classi superiori, ma tutti possono essere governanti o governati e gli uni e gli altri si avvicendano secondo gli eventi gli interessi e le ideologie”.

L’uguaglianza, quindi, è una condizione onnipervasiva della democrazia. Senza uguaglianza di mezzi materiali e intellettuali, la libertà cambia natura e la democrazia si trasforma in maschera dell’oli

garchia, cioè regime del privilegio di pochi, a danno dei molti. Mai come in questo momento della vita della nostra società constatiamo tanta iniquità nella distribuzione dei beni materiali delle conoscenze e delle risorse intellettuali. La democrazia non è un dato di fatto un “cammino fatale”, che si possa percorrere con facile fiducia, i diritti non si conquistano una volta per sempre. Noi dobbiamo essere sempre in allarme e vigilare affinché qualcuno non voglia privarci dei nostri diritti per il propri

o esclusivo vantaggio. Per la democrazia, che è il regime di tutti, occorre una virtù particolare fatta di serietà e sobrietà negli stili di vita, di stima reciproca, di spirito di uguaglianza, di rifiuto del privilegio e rispetto del diritto, di cura delle cose pubbliche che, essendo di tutti, non possono essere preda di nessuno in particolare.

Concludo quindi invitandovi ad andare a votare 4 Sì,come espressione più alta della libertà politica per come la intendeva Bobbio, e auguro a tutti buon voto.

REFERENDUM 12 E 13 GIUGNO 2011: INTERVENTO SULL'ACQUA DEL CONSIGLIERE COMUNALE LUIGI MELISSANO




ACQUA - REFERENDUM 12-13 GIUGNO

Il 12 e 13 giugno saremo chiamati ad esprimere 4 SI ai quesiti referendari.

Due di questi riguardano l’acqua, per affermare che questa deve essere e rimanere pubblica e perché sia chiaro che, su un bene comune, non ci possono essere logiche di mercato e/o di mero profitto.

L’acqua è un diritto fondamentale, inalienabile di ogni individuo, perché l’accesso all’acqua significa diritto alla vita, alla salute.

I referendum sono sia il grimaldello per scardinare una più vasta impalcatura ideologica che un diverso modo di intendere la vita e le relazioni con il prossimo. Per questo l’attenzione va posta sul lavoro svolto dai comitati di base nel definire la cornice della lotta sull’acqua e, più in generale, sul concetto di BENE COMUNE.

L’acqua, secondo la proposta di legge presentata dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua, così come quella Rodotà, prevede di considerare l’acqua non come bene pubblico ma come bene comune, da gestire obbligatoriamente in regime pubblicistico, anche nell’interesse delle generazioni future.

I beni comuni sono beni a TITOLARITÀ DIFFUSA nel senso che ognuno di noi è titolare di un bisogno che, appartenendo alla sfera dei diritti individuali ed inviolabili, è sufficiente ad individuare un interesse da garantire per legge.

Esempi di beni comuni materiali sono l’ambiente, il paesaggio, l’aria, ma anche beni immateriali come l’istruzione, la salute, la cultura.

Ricordiamo che sono stati i movimenti dal basso che hanno permesso di arrivare a questo appuntamento, che può segnare uno spartiacque ideologico rispetto al passato in tema di politiche liberiste e di privatizzazione

Sul tema dei referendum dell’acqua molti rappresentanti politici hanno sostenuto il fatto che, comunque, l’acqua rimane pubblica e solo la distribuzione diviene privata. Viene da dire che l’acqua diventa un bene essenziale solo nel momento in cui viene potabilizzata e viene distribuita.

Il valore si crea in queste fasi, che con il Decreto Ronchi diviene obbligatorio privatizzare.

L’acqua è un bene a basso prezzo a domanda rigida e la lotta sta proprio nell’accaparrarsi la rete distributiva, oppure quella parte più redditizia, perché serve un grande bacino di clienti. Un po’ come succede per il calcio, ma anche per le ferrovie, le strade, le telecomunicazioni, dove territori poco appetibili vengono abbandonati dalle logiche del mercato. In sostanza: dove non c’è profitto non si investe.

Il presupposto ideologico che il privato sia meglio del pubblico, almeno nel campo dei BENI E DIRITTI COMUNI, è un assunto tutto da dimostrare, anche alla luce dei pessimi risultati avuti in questi 25 anni di politiche di privatizzazione.

La complessiva vicenda delle privatizzazioni italiane è emblematica: le autostrade di Benetton, la Telecom, l’Alitalia, l’acquedotto di Aprilia, il ciclo dei rifiuti, ecc..

Più in generale, nel mercato delle utilities, i profitti sono generati con l’aumento delle tariffe e c’è una scarsa tendenza dei gruppi imprenditoriali a reinvestire per il miglioramento del servizio.

I quesiti referendari sono strutturati per andare in questa direzione.

1) Quello legato all’abrogazione dell’art. 154 del nuovo T.U. sull’ambiente, nella parte in cui dispone che la tariffa del servizio idrico è determinata tenendo conto della remunerazione del capitale investito.

Cioè – chi investe in questo settore, in regime di quasi monopolio, ha una rendita garantita del 7% sul capitale investito. Quale migliore garanzia per i grandi gruppi finanziari o le multinazionali del settore?

Si opererà in un regime di monopolio con un bene a domanda rigida e con la possibilità di scaricare, per legge, sull’utente finale tutti i costi del servizio, o del disservizio, e il profitto sui capitali investiti. Qualcosa di grottesco e profondamente illiberale.

Una vicenda politico economica che ricorda molto quella dell’energia rinnovabile. Un settore d’investimento sicuro per i grandi gruppi finanziari, finanziato a caro prezzo da tutti noi comuni cittadini/consumatori.

Ha ragione Rodotà quando parla invece del bisogno di un nuovo modello di pubblico, perché acqua, energia, trasporti, reti energetiche, ma anche scuola e sanità sono settori che, costruiti in un secolo con la fiscalità generale, non possono essere lasciati in mano a pochi gruppi economici privati.

2) Con la richiesta di abrogazione di tutto l’apparato legislativo che in ultimo ha portato all’approvazione, nel 2009, del decreto Ronchi, il quale porta sul mercato tutti i servizi pubblici essenziali, espropriando i cittadini dei beni costituiti nel tempo con la fiscalità generale e sottoponendoli alla logica del mercato e del profitto.

Con questa norma vengono obbligate le Autorità di Gestione ad affidare a privati la gestione dei servizi idrici o a società miste con capitale privato non inferiore al 40% e la cessazione al 31/12/2011 degli affidamenti a società pubbliche “in house”.

Dire SI a questo referendum vuol dire fermare il processo di privatizzazione in atto.

In questo quadro la Regione Puglia attua la sua politica per l’acqua pubblica su due strategie.

La costituzione dell’Ente Idrico Pugliese, controllato per intero dai comuni pugliesi, in sostituzione delle ATO idriche e sostituendole nelle competenze in materia di servizio idrico integrato. Sarà l’Ente Idrico ad approvare il PIANO D’AMBITO e la relativa TARIFFA.

Il secondo fronte è quello che passa dalla ripubblicizzazione dell’acquedotto pugliese che dovrebbe sancire il passaggio di AQP da SPA ad ente di diritto pubblico e la definitiva fuoriuscita dell’acqua dal sistema del mercato e dalle logiche del profitto.

Dire SI AI REFERENDUM VUOL DIRE affermare che un nuovo mondo è possibile, vuol dire fermare il processo di privatizzazione non solo dell’acqua ma dell’intero pianeta, delle risorse biogenetiche della natura e culturali dei popoli.

Vuol dire battere i tentativi di instaurare il nuovo ordine mondiale che si serve del debito e della fame del terzo mondo per imporre le sue ricette di privatizzazione dei servizi e dei beni pubblici. Perché è questa la logica che si nasconde dietro queste politiche sul’acqua, sul nucleare.

Dire SI ai referendum sull’acqua e sul nucleare vuol dire batterli sul loro terreno.

LUIGI MELISSANO